lunedì, ottobre 27, 2003

Foglie

Un corridoio mi separa
Da qui non vedo la fine
Lo attraverso ed ad ogni porta
Che mi si spalanca
Getto di sfuggita un’occhiata
Resto in superficie
Non mi addentro
Intanto scopro
Ma so che non è là
Quel che cerco
Quel che cerco cos’è

E’ ancora più difficile trovare
Se neanche si conosce
Esattamente cosa cercare

Ma questo non mi preoccupa
Mi addentro inevitabilmente
Ma il messaggio si fa via via meno chiaro
Più disturbato
La società non è più un disturbo di fondo
I consumi
Orde di cartelli pubblicitari
Mi distraggono
Le pareti del corridoio ne sono tappezzate
Ci sono scritte dappertutto
Ed ognuna indica la via
Per una falsa felicità
Sinonimi
E acronimi
Le mie tesi vascolari perdono di significato
Il materialismo non mi soddisfa più
Come ai tempi della scuola
Il peso dello zaino mi piegava
Le matite colorate non le uso più
La scelta del bianco e nero si fa urgente
Ed irrimediabile
Ma non è detto
Che possa assumere nuove valenze
Questo desiderio che continuo a provare.

Bisogna sostare in un attimo lunghissimo
Interminabile
Ed ascoltare

Il piatto forte è un grido
Il suo contratto è già scaduto
E non verrà rinnovato.
Ascolto bowie il sopravvalutato.



Non distrarmi è l’imperativo
affatto facile da rincorrere.
I portafogli stanno esplodendo
Senza suono
Il mio ventre sta crescendo
Ma è solo aria
Sono sempre più vicino alla teoria
Delle stringhe slacciate
E per questo inciampo in continuazione
Parole in libertà
Parole in esubero scartate
E bistrattate
La scrittura creativa non mi ha mai interessato
La Scrittura è un altro modo
Di distrarre e fottere
Di avvalorare tesi del tutto infondate
Quanto peso ha oggi la bibbia
Non meno di quanto ne aveva in passato.
C’è chi prende tutto alla lettera
E allora io do i numeri.



Amorebastardo

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