venerdì, settembre 17, 2010

la palla al balzo.

- Ok, ragazzi, tocca a noi!
- come tocca a noi?, di gia'?
- stavolta pare proprio di si'? non vedo alternative plausibili.
- ma, non possiamo tirarla ancora un po' per le lunghe? qui si sta bene, in fondo, cosa ci manca, uno stipendio l'abbiamo, quancuno ci vuole ancora bene; eppoi, quanti problemi di meno! ogni tanto critichiamo, ogni tanto ci mostriamo scandalizzati, il lavoro mi pare abbastanza semplice, ma e' sicuro che dobbiamo andare?
-ve lo ripeto, non possiamo piu' tirarci indietro, dai, senno' che figura ci facciamo? non possiamo mica perdere la faccia proprio ora?
- e se provassimo a tergiversare un po', non so, tipo ad inventarci qualche bega interna, qualche dissapore, la minaccia di una frattura profonda? che ne dite? magari riusciamo a passare indenni anche questa situazione incresciosa!
- allora, non so, che si fa, aspettiamo?
- massi' , aspettiamo, stiamo a vedere che succede, magari si risolve tutto in una manciata di mesi! dai ragazzi, chi ce lo fa fare, in fondo, ci troviamo cosi' bene all'opposizione!


ab

martedì, settembre 14, 2010

per amor di B.

Non votero' mai per chiunque sia stato nella sua vita berlusconiano anche solo per un giorno, anche solo per un'ora. Quindi non votero' ne' per D'Alema ne'per Veltroni.


a.b.

giovedì, settembre 09, 2010

Incubo n.6

Incubo notturno n.6. (genova)
Incontro nottetempo persone che appartengono al mio passato quasi remoto. all'univerisita', quindi + di 15 anni fa, avevo una storia con una ragazza di roma, beatrice. una storia di passione e sofferenza dovuta alla recrudescenza del mio ruolo d'amante, di terzo del rapporto.
Ero a cena con gli amici, tra cui mia moglie, un tavolo lungo in una sala bianca. Ad un tratto mi chiama beatrice e mi invita in un'altra stanza per una rimpatriata, toh Beatrice, non la vedevo da secoli, sempre uguale.Ero scalzo, non so perche', faccio uno sforzo enorme per infilarmi le scarpe da tennis, perche' per la fretta le stavo infilando al contrario, la destra sul piede sinistro e viceversa quindi mi alzo e vado da lei, la raggiungo nell'altra stanza. Anche questa stanza e' molto luminosa e dalle pareti imbiancate. lei e' insieme ad altre amiche, tutte vestite di chiaro, l'aria sembra giocosa ed erotica. Mi avvicino e loro mi coninvolgono nei loro giochi nelle loro discussioni. Quindi finalmente mi trovo solo con beatrice , le chiedo come va , cosa ha fatto tutti questi anni, se era sposata eccetera. lei dapprima tranquilla racconta chiacchieriamo, e anche io parlo della mia vita, poi ad un tratto si scurisce in volto e mi fa capire che nella sua vita c'erano stati episodi dolorosi, uno su gli altri, le era morto un figlio all'eta' di dieci anni. io non immaginavo neanche che avesse potutto avere un figlio praticamente poco dopo che era finita la nostra storia. Non ne ero al corrente nonostante che le notizie importanti girassero anche dopo l'universita', e magari incontrando un ex-collega subito ne venivi a conoscenza. Be' questa notizia mi ha un po' scolvolto e rattristato, diciamo che vivevo un misto di eccitazione e di tristezza, sentimenti contrastanti attraversavano la mia mente incosciente. Mi alzo dal letto assetato e con la vescica gonfia , arrivo al bagno a tentoni e sempre a luce spenta piscio. Quando esco i miei occhi si sono abituati alla poca luce e raggiungo il letto senza problemi. Mi stendo, sento quello del piano di sopra che si alza e mi imita, ma poi lui si veste ed esce, abbiamo pavimenti sottilissimi, speriamo di non sprofondare un giorno o l'altro. mi dico che sara' quasi mattina, del resto distingo i contorni degli oggetti nella stanza solo con la luce esterna, ma non riesco a leggere le lancette dell'orologio sulla parete di fronte, ancora troppo buio per questo. tento di dormire, ancora, entro dopo lungo tempo in uno stato di dormiveglia. ritrovo beatrice dove l'ho lasciata, seduta sul letto, parliamo ancora, ma l'atmosfera si e' fatta piu angosciante, ed in quel momento realizzo tutto, capisco dove mi trovo, le pareti bianche, sono in una casa di cura, forse un manicomio, e beatrice e' diventata pazza, ma io non riesco a muovermi e sono sdraiato ora di nuovo sul letto di casa mia, la mia stanza, i miei mobili, le finestre, il letto dove mi sono coricato or ora, tutto come a casa, sono a casa mia e non lo sono. sono steso e c'e' beatrice davanti a me, in piedi questa volta, ma non riesco a vedere piu' il suo volto solare, il suo volto e' scuro ora , ha il capo coperto da un velo cappello bianco e non vedo gli occhi. mi tende la mano, dice vieni, mi invita a seguirla. io sono steso sul mio letto con il braccio teso verso di lei, stendo il palmo, sento le sue dita, la sua mano tocca la mia, non sto dormendo, la sensazione e' reale, la sua mano e' tiepida. mi alzo , o almeno penso di alzarmi, sto quasi per alzarmi ma sono impietrito dalla paura, non mi piace piu' quella situazione, vorrei gridare aiuto ma non riesco a fare nulla, poi con uno sforzo sovraumano mi divincolo, lascio la sua mano, dico voglio rimanere qui, sposto il braccio a cercare il corpo caldo e tranquillizante di mia moglie, lo trovo finalmente, mi accuccio verso di lei nel suo incavo, riesco ad aprire un po' di piu' gli occhi, erano serrati e non aperti come pensavo, davanti a me solo una tenda, beatrice e' scomparsa. ricordo tutto. era li'. vorrei dormire sul serio e sostituire questo incubo con qualcosa di piu' rilassante, la sveglia suona.


ab
“Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene, quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva paura del serpente”.
Charles Robert Darwin