mercoledì, luglio 31, 2013

La quantistica delle mie brane.

Il fluire della cose è un vortice tempestoso. I nuovi eventi seppelliscono velocemente gli eventi passati con velocità incredibile. La storia procede inesorabile per accumulazione, ciò che sta sotto è subito archeologia, sepolta dalle polveri del tempo. Archeologia di un passato recente ma subito accantonato. Le mura di Pompei che crollano. Le ragazze floride alla fermata dell'autobus che sfioriscono. Le madri seguite come segugi dai bambini che poco dopo si allontanano lasciandole nella deriva di una solitudine senza ritorno. Le morti si succedono inesorabili. Non tutte le morti sono uguali. Qualcuna conta per ognuno un pò di più, resta impressa nella memoria. Altre morti invece fuggono via mescolate tra i granelli del tempo, accatastate dal succedersi delle nuove morti, e a quelle dei cari si sommano quelle fittizie di personaggi che in qualche modo abbiamo amato anche senza aver mai conosciuto personalmente, una grande confusione alimenta la nostra percezione della morte stessa. I ricordi emergono vaghi, talvolta sogno zia V. , è stata come una mia seconda mamma, una sorta di madre surrogata, mi ha cresciuto e l'ho persa tanto tempo fa, eppure la sogno sporadicamente viva e vegeta ed al mio fianco, ed il periodo vissuto in sua compagnia sembra presente. Oggi questo vivo ricordo diventa più importante, ora che mi appresto a diventare secondo padre, padre surrogato, padre affidatario. L'amor filiale è così speciale? E' cosa accettata come verità assoluta. L'amor filiale surrogato lo è altrettanto? O sarò solo un pagliaccio che finge e scimmiotta?
E' una vita parcellizzata, quantizzata. Organizzata in pacchetti di tempo che scorrono sul nastrotrasportatore della nostra esistenza.

ab

martedì, maggio 21, 2013

La rete e la censura.

Quando non esisteva la rete nessuno poteva pubblicare e diffondere il proprio pensiero (o sbandierare ai quattro venti il proprio parere) in modo immediato e semplice; se si decideva di parlare al mondo bisognava seguire delle prassi consolidate, diventare pubblicista, articolista poi giornalista o scrittore; si doveva cioè decidere di farlo per mestiere. E per creare un mestiere ci voleva impegno e abnegazione e grande forza di volontà. Per assurgere al grado di scrittore riconosciuto la strada era molto ardua. Qualsiasi fosse stata la strada scelta bisognava sempre e comunque attenersi al giudizio di persone più titolate e con esperienza che attestavano la Dignità di Pubblicazione del proprio elaborato. Anche solo per commentare un articolo di giornale bisognava sottostare alla dignità di pubblicazione e sottoporsi al giudizio di qualità dei redattori. Ciò significava però dover scegliere uno stile, soppesare le parole, usare un garbo linguistico anche nelle stroncature, utilizzare la forza evocativa della scrittura che poteva diventare anche una lama tagliente od un'arma ben oliata. Con l'avvento della rete tutto questo è cambiato ed è venuta a cadere proprio questa prerogativa.
Non esiste più la dignita di pubblicazione;
questo a mio parere rappresenta il rovescio della medaglia di Internet. E' il prezzo che bisogna pagare per la creazione di un mezzo che invece ha dei meriti grandissimi e costituisce un progresso inquantificabile se solo si pensa all'accesso al sapere universale e all'azzeramento delle distanze geografiche e l'immediatezza della comunicazione che ha permesso. Eppure esistono ancora i mezzi classici di comunicazione di massa, non sono spariti, a questi si è semplicemente affiancato un nuovo mezzo che può far assurgere a notorietà la conversazione da bar più inutile e controproducente, conversazione magari non argomentata ma costituita da parole brutali buttate lì , pensieri idioti o anche profondi ma non soggetti ad una revisione sintattica e sistematica, non soggetti ad approfondimento (1 160 caratteri di twitter), magari ridotti a solo improperio ingiurioso inconcludente.
Io credo che sia obbligo dei media tradizionali di non riportare ed amplificare (solo per questioni di marketing) le inutilità indegne di pubblicazione che genera la rete.
Perchè far finire la chiacchiera da bar sui tg e sui quotidiani stampati? tutto ciò è privo di senso anzi controproducente perchè scatena da parte dei governanti desideri di censura.
Censura, quando basterebbe invece indifferenza, indifferenza non verso i contenuti, attenzione, ma indifferenza verso la forma.
Bisognerebbe riportare i concetti e le controversie, le contraddizioni, i malcontenti , le rivendicazioni, le rimostranze ma anche i propositi, gli inviti , le novità , le idee espresse dalla Rete in forma degna di essere diffusa. In quell' italiano che la rete pubblica (leggasi rai radiotelevisione italiana) degli anni 50 e 60 si è tanto sforzata di diffondere. Non buttiamo il lavoro fatto nello scorso secolo in tema di diffusione della cultura facendo ripiombare il Paese in uno stato ferino. Prendiamo il meglio del Web che tante idee produce. Cerchiamo la sinergia non la dissoluzione.
La colpa quindi non è solo degli avventori più o meno occasionali di Internet, o almeno non solo, la colpa è anche dei mezzi di comunicazione tradizionale collusi con una gestione sensazionalistica delle informazioni.


souvenir d'alphaville

mercoledì, marzo 13, 2013

Sapessi com'è strano sentirsi italiano

Abbiamo tanto criticato di averci imposto un governo dall'alto non democraticamente eletto (Monti) e poi abbiamo optato per un pacchetto di parlamentari a scatola chiusa (M5S).

ab

lunedì, marzo 11, 2013

Uno vale uno

E poi tra gli uni c'è chi vale più uno degli altri

martedì, marzo 05, 2013

Tornate..elettorali

Grillo parla tanto di costi della politica, ma lo sa quanto costa una tornata elettorale? 800 milioni di euro!
Ora che ha vinto se non fa un accordo per governare questo Paese se la sente di far sopportare allo Stato Italiano una nuova spesa per il ritorno alle urne?
Il M5S deve assumersi la responsabilità di governo, devono sporcarsi le mani. Questa è la politica. Dimostrino di essere maturi.

a.b.