sabato, gennaio 17, 2004

Pensieri di un eternata - parte 2


(per la prima parte vedere più sotto)

Dove ero rimasto? L'umano, l'umana misura di tutte le cose mi comincia a star stretta. Il tempo stesso comincia a perdere di senso, il tempo resta come la misura dei miei ricordi che si accumulano fino a che come montarozzi di sabbia non cedono ad altra sabbia sovrastante fino al crollo finale dell'oblio. Certo non posso ricordare tutto, ma solo le cose salienti, perché altrimenti il mio cervello biologico, per quanto intercambiabile arriverebbe ad un punto da non contenere più memoria; ma il cervello ha limiti di memoria? Un limite deve esistere per forza di cose, poiché man mano che arriva nuovo materiale (ricordi pensieri sensazioni) la mente cancella automaticamente le cose meno interessanti; teoricamente una mente (inteso come software non come hardware, cioè non come cervello materiale costituito da neuroni) è può vivere eternamente; insomma il software ce l'abbiamo già, quel che manca è l'hardware (che in quanto hardware dovrebbe essere intercambiabile), ed invece siamo in possesso di versioni vecchie di schede audio video e periferiche installate su schede madri non più aggiornabili e non possiamo farci niente. Questo è ciò che pensavo prima di divenire eterno, ma vi riassumevo anche alla vostra misera situazione attuale giacchè io ora ho da confrontarmi solo con l'essere perfetto. Ecco, lo sapevo! Già mi sto facendo prendere dalle manie di grandezza, quando invece mi ero prefisso tutt'altri scopi all'inizio di questo esperimento che mi ha portato all'eternità. Voglio essere solo e soltanto un viaggiatore (eter-nauta appunto) del tempo dello spazio e soprattutto della mente: ecco quali confini mi ero proposto di esplorare. Bello confrontarsi con l'infinito tempo (ma sarà veramente infinito?) che ho davanti; certo che nella condizione finalmente potrò a capo delle grandi questioni insolute, che fino ad ora mi hanno arrovellato il capo e a cui posso dare solo risposte basate su visioni personali della realtà (quale realtà?): arriverò alla Conoscenza! Come ad esempio il tempo, infinito o no? Le dimensioni: quante? L'esistenza di Dio, il funzionamento della mente e la formazione dei pensieri; ma soprattutto: la forza vitale, da dove scaturisce?. Tutto, saprò tutto, e man mano che saprò, siccome tutto sommato sono un generoso, vi terrò informati, magari non proprio voi ma qualche vostro erede; magari ci metterò un milione di generazioni (tanto ho tutto il tempo che voglio), ma la conoscenza arriverà! Ricordo (ecco che insorge dalla profondità degli abissi celebrali, chissà in quale gruppo di neuroni era storata(immagazzinata) questa informazione e sotto quale forma e come mai mi ritorna proprio ora, tutte cose che scoprirò è chiaro) l'immagine universitaria di me seduto al microscopio ad ammirare il miracolo della Mitosi in una sezione di cipolla. Guardavo con l'occhio estasiato il paesaggio microscopico della cellula vegetale, sino ad allora studiato solo sui libri; dapprima tutto fermo (al mio occhio inesperto) ed ad un tratto come per incanto la formazione dei due fusi polari. Che commozione fino alle lacrime (sempre di cipolla si trattava) la separazione della catena deossiribonucleica (DNA per farla breve) in due filamenti distinti e perfettamente reintegrabili; che potenza la divisione cellulare dinnanzi ai miei occhi! Ma poi, il Dubbio, l'enorme atroce Dubbio, la domanda ultima a cui non si può rispondere: PerChé? Cosa spinge tutto ciò, quale arcana forza (se di forza si tratta; come chiamarla senno?) spinge i due filamenti a separarsi, perché ad un certo punto la configurazione di molecole che fino a quel momento ha retto così bene diviene instabile?. Quale maledetto motivo agli albori della vita ha fatto sì che da semplici molecole inorganiche prima, e da complessi ammassi organici come gli amminoacidi subito dopo (la parola subito, in riferimento a scale di tempi geologici significa qualche milione di anni) che scaturisse cotanta voglia di replicazione??? Questo rappresenta indubbiamente il passaggio che non è chiaro, ma si tratta proprio del passaggio fondamentale: la nascita del primo organismo replicante della storia del mondo (di questo e di altri mondi anzi; insomma, chissà quante volte sarà accaduto sui miliardi di pianeti spersi nel cosmo! E con tutto il tempo che hanno avuto a disposizione!). Non siamo altro che dei replicanti senza scopo con un unico desiderio da soddisfare : l'istinto primario dell'autoconservazione (cioè della replicazione di noi stessi in ultima analisi).
Quindi, se vogliamo, l'immortalità del nostro corpo biologico l' abbiamo già ottenuta, ce l'abbiamo anzi da sempre, perché non quella della coscienza, ora?

Prossimo argomento: l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo: un falso problema per un eternauta. (il nastro di moebius a più dimensioni; La teoria del Pac-Man 4D; esposizione semplificata delle teorie sugli sfinteri e sulle palpebre; della categorizzazione delle persone)


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